La Calima è la presenza nell’atmosfera di particelle di polvere, cenere e sabbia, trasportate dai forti venti sahariani. Il suo effetto immediato è una diminuzione della visibilità e una sensazione di fastidio agli occhi, al naso e alla gola.
Negli ultimi anni, con l’aumento dell’inquinamento, ha portato ad altri effetti nocivi sull’uomo. Durante una visita a Fuerteventura, il fotografo ha assistito a una tempesta di sabbia di Calima, forse la più forte degli ultimi quarant’anni nelle Isole Canarie.
Questo potente fenomeno naturale ha tenuto in ostaggio l’intera isola, trasformando il paesaggio in un mondo post-apocalittico come rappresentato in molti testi di fantascienza. Le fotografie rivelano paesaggi vuoti e luoghi deserti, caratterizzati da una luce calda e velata, dove gli esseri umani appaiono come figure solitarie, come manichini su un immaginario set di sabbia.
“Sebbene queste fotografie documentino e dimostrino questo fenomeno, sono anche intese come metafore del dilemma della nostra esistenza moderna. Cercano infatti un dialogo tra attrazione e repulsione, seduzione e paura. Ci mostrano anche la nostra dipendenza dalla natura e come ne siamo solo una parte. Per me queste fotografie funzionano come specchi della nostra epoca, paesaggi che chiaramente non sono panorami di un mondo inesauribile e sostenibile.”