Le immagini sono state scattate in Giappone a partire dall’aprile del 2011 nelle zone interessate dai tragici eventi dell’11 marzo 2011 quando un terremoto, seguito da un devastante tsunami, colpiva le coste del Tohoku, causando il disastro della centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi.
Dopo l’11 marzo 2011 analizzando le notizie che venivano riportate in Italia dalla stampa, la fotografa Paola Ghirotti, profonda conoscitrice della Cultura e della Storia giapponese, percepì che veniva spesso riportata una verità “ufficiale” molto distante dalla realtà sulla catastrofe, e cosi ha fatto di tutto per poter andare in Giappone e constatare di persona la situazione.
“L’opportunità mi è stata offerta dalla rivista di Geopolitica EAST grazie alla lungimiranza dell’allora direttore Vittorio Borelli.
Contattai immediatamente la stampa estera a Tokyo e l’Ambasciata Italiana, mi fu risposto che non potevano aiutarmi cosi decisi di partire senza alcun appoggio logistico. Grazie tuttavia all’interessamento di tante persone del posto riuscii ad arrivare al limite della zona chiusa ed in altre che lo sarebbero diventate a breve e che ancora oggi hanno problemi di apertura. Nel 2012 ritornai per documentare l’evolversi della situazione, ma nel frattempo il vecchio direttore di EAST era stato sostituito dalla giornalista Maria Cuffaro, che decise di non pubblicare il servizio perchè riteneva l’argomento di scarso interesse, (nonostante alla mia partenza mi aveva assicurato l’uscita).
Cercai dunque una soluzione per rendere comunque visibile il lavoro e decisi di diffonderlo con conferenze da me tenute presso istituzioni accademiche o centri culturali legati alla cultura giapponese.
E’ stato per me un grande onore nel 2016 essere chiamata ad esporre nella cittadina di Minamisoma, prefettura di Fukushima.La città di Minamisoma è diventata famosa grazie ad un video in cui il sindaco Sakurai Katsunobu due settimane dopo la catastrofe, bacchettò la classe dirigente giapponese che aveva ignorato le sue disperate richieste di soccorso ed aveva abbandonato a loro stessi migliaia di cittadini, bloccati nella zona rossa. Nacque cosi il il progetto Watashi wa wasurenai, i cui ultimi eventi si sono tenuti a marzo 2019 in Giappone, al Gifu Seiryu Plaza e al WEGIL in occasione del Roma-Tohoku day 2019”.